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Utilizzare i big data per migliorare la patient experience: possibilità e sfide

Scritto da Artexe | 9 luglio 2024

I Big Data in Sanità rappresentano un potente strumento a disposizione delle strutture sanitarie. Da una parte contribuiscono a migliorare la patient experience e, dall’altra, aiutano a trasformare il modo in cui l'assistenza sanitaria viene erogata.

Di fatto, i due punti di vista citati rappresentano le facce di una stessa medaglia, tuttavia meritano approfondimenti distinti.
In questo articolo analizziamo, in particolare, l’impatto dei Big Data in Sanità in relazione all’esperienza complessiva dei pazienti. Rimandiamo a un futuro blog post la riflessione circa le ricadute positive di questa tecnologia sull’assistenza sanitaria erogata dalle strutture clinico/ospedaliere e ambulatoriali.

 

Cosa contiene il grande paniere dei Big Data in Sanità

Nel linguaggio del marketing, “soddisfare un cliente” significa fornirgli ciò di cui necessita, lasciandolo piacevolmente sorpreso dalla qualità sia del prodotto che del servizio.

Traslando il concetto nel settore della Sanità, il paziente con un bisogno relativo alla propria salute non chiede altro che di fruire di un servizio sanitario professionale, erogato in maniera semplice, efficace e, possibilmente, veloce.

Il lettore potrebbe obiettare che l’accostamento della Sanità al marketing è di per sé un’eresia o almeno una forzatura. Forse lo era nell’era analogica, ma oggi, in un mondo quasi completamente digitalizzato, la produzione massiccia di dati informatici nel corso del patient journey sdogana una relazione considerata fino a pochi anni fa improbabile e persino inopportuna.

Dal momento in cui emerge un sintomo e fino alla diagnosi e alla cura dell’eventuale patologia, il paziente lascia tracce informatiche del suo peregrinare nel mondo della Sanità: il medico di famiglia prescrive analisi e farmaci, la struttura diagnostico/ambulatoriale cerca e prenota il servizio richiesto, vengono prodotti molti documenti (mail dei medici, imaging, anamnesi, note, referti, diagnosi, ulteriori prescrizioni, carte di ricovero e dimissione, cartelle cliniche), ecc …insomma si genera una mole ingente di informazioni che cresce nel tempo e la cui analisi approfondita descrive il paziente e i suoi bisogni sanitari, le cause, gli effetti e la gestione delle sue patologie.

La raccolta dei Big Data e il loro sapiente utilizzo consentono dunque di guardare al paziente in modo nuovo e più “personalizzato”. Ciò si traduce in vantaggi tangibili per l’assistito. Vediamo quali.

 

Big Data in Sanità: verso la personalizzazione dei servizi

Le informazioni relative ai pazienti non sono tutte dematerializzate e standardizzate, né tantomeno sono conservate nello stesso repository. Molti dati sono “destrutturati”, come le e-mail, le ricette cartacee, l’imaging, ecc. Si tratta di documenti importanti dal punto di vista della storia clinica del paziente, che non sono mai stati utilizzati per migliorare la patient-experience. Oggi la tecnologia dei Big Data in Sanità ci permette di farlo.
Ne consegue che personalizzare l'assistenza in modo più preciso, adattandola alle esigenze specifiche di ciascun individuo, è possibile e rappresenta una frontiera.

Dal punto di vista del paziente e della sua esperienza, tutto ciò si traduce in un miglioramento della qualità delle cure: perché il personale medico potrà prendere decisioni più informate e basate sulla storia dell’assistito.

I Big Data, standardizzati e riuniti in un unico repository, favoriscono la condivisione e l'accesso facilitato alle informazioni cliniche dei pazienti tra diverse strutture sanitarie e operatori. Da qui, la garanzia di una maggiore continuità dell’assistenza e la riduzione del rischio di errori medici.

Inoltre, grazie ai dati accessibili e comprensibili, i pazienti stessi possono assumere un ruolo più attivo nel monitorare la propria salute.

Una nota a parte la merita la riduzione dei tempi di attesa (per gli appuntamenti, i trattamenti e le procedure).
Inutile nasconderselo, attendere mesi per un accertamento diagnostico è fonte di profonda frustrazione e, di per sé, rende pessima l’esperienza complessiva del paziente. L’utilizzo della tecnologia dei Big Data in Sanità consente di migliorare notevolmente la patient-experience, in questo senso, essendo capace di ottimizzare l'organizzazione delle risorse sanitarie.

 

Quali sono le sfide nell'utilizzo dei Big Data in Sanità e chi le ha vinte

Nell’uso di tecnologie dei Big Data in Sanità vi sono alcune sfide che pochi player sul mercato hanno saputo vincere: in primis la privacy e la sicurezza dei dati.

Esiste il rischio, poi, che le tecnologie basate sui Big Data possano ampliare le disparità nell'accesso all'assistenza sanitaria, poiché non tutti i pazienti hanno la stessa accessibilità alle risorse digitali e ai servizi sanitari avanzati.

SISMart, la soluzione per la patient experience e la telemedicina sviluppata da Maps Healhcare azzera questi rischi specifici, garantendo la piena conformità al GDPR, un elevato livello di cybersecurity e una organizzazione delle funzionalità che consente un’esperienza phygital (crasi di physical + digital) che consente a qualsiasi paziente di fruire dei servizi offerti dalla struttura sanitaria, indipendentemente dal livello di digitalizzazione.