Nell’attuale fase di digitalizzazione delle strutture sanitarie italiane, si sente parlare spesso di gestione integrata del paziente. In questo articolo intendiamo spiegare il senso attuale di questa locuzione, che, alla luce della tecnologia avanzata, ha in parte mutato il suo significato nel tempo.
Per gestione integrata del paziente, si è sempre inteso di un modello medico-assistenziale che richiama una complessità di relazioni tra figure professionali diverse, dal medico al farmacista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dai medici di base ai dietisti, al fine di offrire un percorso di cura multidisciplinare e coordinato.
Oggi, grazie alle moderne soluzioni digitali per la gestione dei dati, lo stesso modello può essere applicato ai percorsi di accoglienza e a tutte le fasi amministrative, al fine di massimizzare la qualità della patient experience.
Molte strutture sanitarie private si trovano a fronteggiare una serie di problematiche rilevanti, che incidono negativamente sull’efficienza organizzativa e, a cascata, sulla qualità dell’assistenza offerta.
Innanzitutto, la mancanza di integrazione tra i diversi sistemi informativi comporta la frammentazione delle informazioni, con dati che rimangono isolati in silos non comunicanti tra loro. Ciò provoca una gestione disorganica del percorso del paziente, dove le informazioni su prenotazioni, esami, cartelle cliniche e pagamenti non sono facilmente accessibili, in modo simultaneo e aggiornato, ai vari operatori.
Questa situazione si traduce in tempi di risposta più lunghi e numerosi errori o duplicazioni di dati, che, oltre a rallentare i processi, possono aumentare il rischio di inefficienze cliniche e amministrative. Inoltre, senza un flusso informativo connesso, la continuità assistenziale spesso ne risente, poiché la condivisione di informazioni critiche tra reparti e specialisti non avviene in modo fluido, generando disallineamenti nei piani di cura, soprattutto nei casi più complessi o cronici.
Dal punto di vista organizzativo, inoltre, l’assenza di un sistema integrato patient-centered limita la capacità di monitorare in maniera efficace i flussi economici e amministrativi della struttura sanitaria, con conseguenti difficoltà nella gestione ottimale delle risorse finanziarie e nella pianificazione strategica dell’attività.
Le procedure di prenotazione e pagamenti sono spesso manuali o semi-automatizzate, con un aumento del carico lavorativo per il personale e un’esperienza deludente o persino sgradevole per il paziente.
Infine, la mancata integrazione espone le strutture a rischi più elevati in termini di compliance normativa, in particolare riguardo la sicurezza e privacy dei dati, aumentando le complessità legate alla gestione delle autorizzazioni e alla protezione delle informazioni sensibili. Questo scenario evidenzia quanto la mancata adozione di una gestione integrata del paziente rappresenti un freno all’efficienza complessiva nel contesto sanitario privato.
La gestione integrata del paziente si ottiene attraverso l’adozione di un modello olistico e multifattoriale che integra dati clinici, amministrativi e sociali, forniti da molteplici professionisti e servizi, in un sistema unico e interoperabile.
A livello tecnologico, si tratta di implementare infrastrutture IT interoperabili, che permettono la raccolta, l’elaborazione e la sincronizzazione in tempo reale di dati sanitari, amministrativi e gestionali. Tale sistema deve garantire l’accesso controllato e sicuro alle informazioni, proteggendo la privacy e assicurando l’integrità dei dati secondo le normative sulla sicurezza.
L’uso di standard tecnologici consolidati (per esempio HL7, FHIR) facilita lo scambio di informazioni tra sistemi diversi, consentendo al paziente di interagire con la struttura nel modo che preferisce e di accedere ai servizi nella maniera più semplice e soddisfacente possibile.