Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’empowerment del paziente è “un processo attraverso il quale le persone acquisiscono un controllo maggiore sulle decisioni e le azioni che riguardano la loro salute”. In altri termini, l’obiettivo è l’attribuzione al paziente di un ruolo attivo in tutti i percorsi relativi alla propria salute: prevenzione, cura e follow up.
L’empowerment responsabilizza il paziente, che di conseguenza sviluppa in maniera naturale comportamenti favorevoli alla propria salute. Tutto ciò ha quindi una ricaduta positiva non soltanto sul benessere della persona, ma anche sull’efficienza e la sostenibilità del sistema, nonché sulla qualità dei servizi erogati. L’empowerment, inoltre, determina una profonda evoluzione culturale per quanto concerne il rapporto tra medico e paziente: potenziare quest’ultimo significa infatti creare una sinergia più stretta e, soprattutto, un avvicinamento tra le due figure, poiché la responsabilità sullo stato di salute diventa di fatto condivisa.
Strategie di empowerment del paziente e il ruolo del digitale
Sia pur con un differente livello di estensione, tutti i soggetti dell’ecosistema sanitario possono attuare strategie di empowerment del paziente, dall’SSN alle strutture private, dalle case farmaceutiche fino ai singoli professionisti.
Dati, soluzioni e dispositivi digitali sono i principali abilitatori delle strategie di empowerment, poiché permettono alla persona di prendersi cura della propria salute al di fuori dei tradizionali momenti di contatto con il sistema sanitario, come le visite e gli esami diagnostici. D’altronde, una ricerca ha stabilito che i pazienti cronici dedicano circa 5.000 ore all’anno a decisioni che influenzano la propria salute, e appena qualche ora ai medici. Una corretta strategia di empowerment permette loro di sfruttare al meglio questo tempo, e quindi potenzialmente di ridurlo.
Una corretta strategia di empowerment del paziente si basa su (almeno) quattro pilastri: la diffusione della conoscenza, il miglioramento della comunicazione, il rapido accesso ai servizi e l’impiego di dati e device appartenenti alla sfera dell’IoT.
Accesso a informazioni di qualità
Per prendersi cura di sé, i pazienti devono poter accedere rapidamente a informazioni attendibili. Impegnandosi nella divulgazione della conoscenza, possibilmente attraverso canali digitali accessibili ai più, gli attori del sistema non incoraggiano la medicina fai-da-te, ma aiutano i pazienti a dare il giusto peso ai sintomi, ad intraprendere percorsi virtuosi e attività finalizzate al miglioramento della propria salute. L’impatto è positivo sia sui pazienti che sul sistema.
L’empowerment del paziente e il ruolo di comunicazione ed engagement
Empowerment del paziente non significa lasciarlo da solo a gestire la propria salute. Tutt’altro. Le strutture, in particolare, dovrebbero dotarsi di sistemi e tecnologie di comunicazione moderna, finalizzate ad avvicinarle ai propri pazienti e a stimolare l’engagement. A titolo d’esempio, potrebbero sviluppare strategie e implementare soluzioni di comunicazione multicanale per raggiungere i pazienti con informazioni puntuali e sul canale preferito, dall’e-mail a un sistema di messaggistica. Inoltre, le strutture potrebbero dotarsi di sistemi di assistenza virtuale, come Chatbot e Voicebot, in grado di fornire informazioni da fonte attendibile e di effettuare escalation verso il personale medico in casi sospetti.
Accesso rapido ai servizi e facoltà di scelta
Empowerment del paziente significa poi permettergli di accedere rapidamente ai servizi che ritiene utili per la propria salute, proprio come accade in tanti altri settori. I sistemi di prenotazione online, patient portal, servizi di assistenza remota e di telemedicina vanno tutti nella direzione dell’empowerment. Anche perché consentono al paziente di scegliere, ad esempio tra una visita in presenza e una tele-visita.
Internet of Medical Things per il tele monitoraggio del paziente
Le strutture sanitarie sono alla ricerca di modelli sostenibili di gestione delle malattie croniche che permettano di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei pazienti. L’assistenza a distanza, erogata attraverso appositi sistemi di tele monitoraggio, può supportare l’autogestione delle malattie croniche (self-management) fornendo benefici in termini di qualità del servizio, efficacia e anche efficienza.
I sistemi di tele monitoraggio beneficiano di tutto l’universo dell’Internet of Medical Things nel quale rientra un insieme molto ampio di dispositivi, che vanno dai pacemaker ai device di controllo continuo dei livelli di glucosio, e che differiscono – almeno sotto il profilo formale – dai cosiddetti wearable, prodotti consumer come gli smartwatch e i fitness tracker. Il tele monitoraggio fornisce ai professionisti sanitari informazioni attendibili e continue su cui prendere decisioni data-driven lungo tutto il percorso di cura e di gestione del paziente.
Per quanto concerne i wearable, che rientrano a pieno titolo nell’universo dell’empowerment del paziente, essi sono in grado di monitorare parametri come il battito cardiaco, i passi, le distanze percorse e la saturazione dell’ossigeno, facendoli confluire in apposite piattaforme che, grazie alla valorizzazione dei dati e all’adozione di algoritmi evoluti (AI), indirizzano le persone verso il miglioramento del proprio stato di forma o, in alcuni casi, la gestione ottimale di una patologia.