Il concetto di One Health, citato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato teorizzato per la prima volta nel 1978 e definito come un approccio integrato che parte dall’idea che la salute umana, quella animale e l’ambiente siano profondamente interconnessi e che per progredire in modo significativo in ambito sanitario si debba tener conto di tutte e tre queste componenti.
In quest’ottica, un approccio One Health ha lo scopo di contribuire a raggiungere una salute globale dove le disuguaglianze siano abbattute ed è per questo che, nel suo Piano strategico 2021-2023, l’Istituto Superiore di Sanità si è impegnato ad accelerare tale processo rafforzando la componente multidisciplinare della sanità.
Cosa prevede l'approccio One Health
L'approccio One Health, essenziale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottolinea l'importanza di un'integrazione olistica nella gestione della salute, abbracciando quella umana, animale e ambientale. Questa visione interdisciplinare promuove la collaborazione tra diversi settori, fondamentale per affrontare sfide sanitarie complesse come pandemie e resistenza agli antibiotici. Attraverso l'innovazione digitale, One Health mira a sviluppare sistemi informativi avanzati che collegano dati provenienti da diverse fonti, migliorando la prevenzione, il monitoraggio e il controllo delle malattie. La digitalizzazione, in questo quadro, è cruciale per una gestione efficiente delle informazioni sanitarie, facilitando la ricerca e l'implementazione di soluzioni terapeutiche innovative. L'approccio One Health, quindi, non solo migliora la resilienza del sistema sanitario, ma pone anche le basi per una sanità più sostenibile, efficiente e centrata sul paziente, in perfetta sintonia con gli obiettivi del PNRR.
Quando nasce il concetto di One Health
Il concetto di One Health ha radici storiche che risalgono al XIX secolo e a figure come Rudolf Virchow e William Osler, che iniziarono a riconoscere l'importanza dell'interconnessione tra la salute umana e animale. Nel 1964, Calvin Schwabe coniò il termine "One Medicine", che è poi evoluto nel moderno "One Health". Questo approccio è stato progressivamente adottato e promosso attraverso varie iniziative internazionali. Nel XXI secolo, poi, con l'emergere di sfide sanitarie globali come le pandemie influenzali, è diventato chiaro che la salute umana, animale e quella ambientale sono profondamente interconnesse. Questa comprensione ha portato all'adozione formale della strategia One Health da parte di organizzazioni internazionali, inserendola in piani come il PNRR. Tale inclusione sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare e transettoriale per affrontare le sfide sanitarie del nostro tempo, enfatizzando l'importanza di un sistema sanitario che consideri tutti gli aspetti dell'ecosistema in cui viviamo.
I fondi del PNRR utili ad integrare un approccio One Health
- lo sviluppo e l’implementazione di programmi pilota per la definizione di modelli di intervento integrato salute-ambiente-clima in due siti contaminati selezionati di interesse nazionale;
- la creazione di un programma nazionale di formazione continua in salute-ambiente-clima anche di livello universitario;
- la promozione e il finanziamento della ricerca applicata con approcci multidisciplinari in specifiche aree di intervento salute-ambiente-clima;
- la realizzazione di una piattaforma di rete digitale nazionale SNPA-SNPS (Sistema Nazionale Salute, Ambiente e Clima - Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente).
Pnrr e sanità privata: l'importanza di una programmazione extra ospedaliera
Per il ministro della Salute Roberto Speranza i tempi sono maturi per la costruzione di un “grande patto per utilizzare al meglio le risorse che ci sono”. Nel messaggio di saluto inviato al workshop sul PNRR organizzato dall’Aiop (l’Associazione italiana ospedali privata), il ministro ha infatti ribadito che le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza andranno destinate all’intero comparto sanitario, sia al pubblico sia al privato. La squadra che lavorerà fianco a fianco per costruire il SSN del futuro comprenderà infatti “tutti quelli che lavorano per la salute, le imprese, la ricerca, le professioni”, ha affermato Speranza. La sanità privata si è detta pronta a essere coinvolta dal Governo in una programmazione volta ad assicurare ai cittadini di tutte le Regioni la stessa assistenza extra ospedaliera. Barbara Cittadini, presidente Aiop, attraverso un comunicato ha fatto sapere che la sua associazione “può e deve giocare un ruolo da protagonista in questa fase". La nostra storia e la nostra esperienza sono fondamentali per concorrere alla piena realizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, il quale deve liberare le sue potenzialità inespresse e correggere le carenze qualitative e le sue inefficienze”.
Il PNRR rappresenta un'opportunità fondamentale per rinvigorire il comparto della sanità privata in Italia, una componente essenziale per una copertura sanitaria equa e capillare. Con le risorse fornite, la sanità privata è incaricata di integrare e completare il sistema sanitario nazionale, portando innovazioni, efficienza, e una maggiore capacità di risposta alle esigenze dei pazienti. Questo impegno si traduce in una più ampia accessibilità ai servizi sanitari, riducendo i tempi di attesa e incrementando la qualità delle cure offerte. È essenziale che la sanità privata si adoperi non solo nel fornire assistenza diretta, ma anche nel contribuire allo sviluppo di programmi di prevenzione e educazione sanitaria. Ciò significa investire in infrastrutture moderne, tecnologie all'avanguardia e formazione continua del personale sanitario, per garantire un servizio che risponda pienamente alle aspettative del cittadino e agli standard internazionali di qualità. La collaborazione tra il settore pubblico e privato, sostenuta dal PNRR, è dunque un passo decisivo verso un futuro in cui la salute è un diritto accessibile a tutti, indipendentemente dalla regione di residenza o dal reddito.
Il ruolo della digitalizzazione nell’approccio One Health
Tra le parole chiave del PNRR c’è anche la digitalizzazione, che dovrebbe abbattere il digital divide che caratterizza l’Italia e permettere ai sistemi operativi delle varie aziende sanitarie e delle diverse regioni di comunicare tra loro. Anche in questo ambito, i privati si dicono pronti a passare da fornitori di beni e servizi del SSN a partner con cui perseguire questi obiettivi. Oltre agli usi più immediati del digitale, come la telemedicina e un design dei dispositivi centrato sul paziente, l’approccio One Health dovrebbe poi innescare riflessioni sugli stili di vita e sull’erogazione di servizi socio-sanitari, oltre a favorire la ricerca su terapie sempre più personalizzate che non considerino solo la salute dell’uomo. Applicata a tutte le componenti del pianeta, una sanità data driven è una sanità in grado di prevedere in modo più preciso rischi e fenomeni, permettendo una programmazione più attenta dei vari servizi a disposizione dei pazienti.