Ogni anno il Piano Nazionale Esiti (PNE) fornisce la fotografia dello stato di salute della sanità italiana. Questo lavoro di monitoraggio è realizzato, dal 2012, da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, su mandato del Ministero della Salute.
Si tratta di un’analisi volta a verificare sul campo l’efficacia, l’appropriatezza, la sicurezza e l’equità delle cure erogate. Per farlo, si avvale degli indicatori PNE, ovvero numerosi indicatori (nel 2021 sono stati 187, sette in più rispetto all’edizione precedente) che misurano l’attività ospedaliera e territoriale, sia del pubblico, sia del privato (accreditato e non).
L’intenzione non è stilare una classifica tra le varie aziende, bensì avere dati a disposizione per costruire la sanità di domani. Si tratta quindi di uno strumento operativo fornito alle Regioni e ai privati che, dati alla mano, dovrebbero essere in grado di pensare ai correttivi necessari per aumentare le performance delle proprie strutture.
L’Osservatorio di Agenas si occupa di fotografare il presente, ma traccia dei trend temporali che fanno riferimento al quinquennio precedente all’anno analizzato.
Cos'è il Programma Nazionale Esiti
Il Programma Nazionale Esiti (PNE) è un'iniziativa di monitoraggio della qualità delle prestazioni sanitarie in Italia, avviata nel 2012 dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Il PNE si concentra sull'analisi dell'efficacia, dell'appropriatezza, della sicurezza e dell'equità delle cure fornite sia nel settore ospedaliero che territoriale. Utilizzando una vasta gamma di indicatori, valuta e confronta le prestazioni delle strutture sanitarie, sia pubbliche che private, in diverse aree cliniche con l’obiettivo di fornire dati affidabili per orientare i continui miglioramenti da apportare nel sistema sanitario nazionale, facilitando la presa di decisioni basate su evidenze concrete e migliorandone la resilienza e l'efficacia.
Quali sono gli indicatori PNE
Gli indicatori PNE sono il risultato del rapporto tra i volumi e gli esiti per undici aree cliniche:
- Cardiovascolare
- Cerebrovascolare
- Digerente
- Malattie infettive
- Muscolo-scheletrico
- Oncologia
- Otorinolaringoiatria
- Pediatria
- Perinatale
- Respiratorio
- Urogenitale
Le fonti su cui in questo momento Agenas si basa per l’elaborazione degli indicatori PNE sono:
- i flussi informativi sanitari correnti come le schede di dimissione ospedaliera (SDO);
- il sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza (EMUR);
- l’Anagrafe Tributaria per la verifica dello stato in vita.
Infine, dei 184 indicatori analizzati in oltre 1.300 strutture:
- 164 riguardano l’assistenza ospedaliera (71 di esito/processo, 78 di volume di attività e 15 di ospedalizzazione);
- 20 sono relativi all’assistenza territoriale, valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (2 indicatori) e accessi impropri in Pronto Soccorso (4 indicatori)
Come si calcolano gli indicatori del Piano Nazionale Esiti
Gli indicatori PNE sono costruiti e validati grazie anche ai gruppi tecnici, panel di esperti coinvolti su specifici ambiti col compito di rendere operative le indicazioni del Piano Nazionale Esiti.
Tre le attività dei gruppi tecnici:
- lavorare allo sviluppo di nuovi indicatori. In particolare, alle nuove variabili della scheda di dimissione ospedaliera, ai nuovi ambiti nosologici (come l’area perinatale e pediatrica), all’assistenza territoriale e alle disuguaglianze nell’assistenza sanitaria;
- definire nuove modalità di comunicazione dei risultati, che favoriscano rappresentazioni più orientate all’analisi della variabilità e che restituiscano la frammentarietà dei risultati, specchio di un SSN diviso in 20 sistemi regionali;
- sviluppare metodologie a supporto di programmi regionali e locali di audit clinico-organizzativo.
Il peso del privato
Il Piano Nazionale Esiti 2021, elaborato a partire dai dati 2020, ha mostrato come in alcuni ambiti la sanità privata abbia fatto registrare una minore riduzione di prestazioni rispetto al pubblico.
È il caso, per esempio, della chirurgia protesica dell’anca (-20,7% del pubblico contro -11,3% del privato), del ginocchio (-42% versus -17%) e della spalla (-21,3% vs -12,6%). Oppure degli interventi oncologici per prostata (-20,6 vs -12,1) e la colecistectomia per via laparoscopica (-34,3% vs -17%).
Il minor calo registrato nel privato è per gli esperti, un aspetto importante anche per il pubblico: dimostrerebbe infatti la volontà del privato di ripartire dopo lo stop forzato del primo lockdown, collaborando prima di tutto con lo stesso pubblico. Il DL 18/2020 ha infatti permesso alle strutture private di cooperare in modo integrato con le attività e le prestazioni erogate dal pubblico. Questa dinamica ha portato a un consolidamento del peso della sanità privata accreditata negli ambiti citati.